Qualche tempo fa ho partecipato a un convegno organizzato dal Tempio Soto Shinnyoji (quello che ospita le nostre sesshin di una notte) sul tema “Il femminile delle tradizioni religiose – la forza di una voce – dialogo tra Buddhismo, cristianesimo e islam”.
Sette donne (alcune consacrate, altre laiche) hanno parlato della condizione femminile nelle diverse realtà religiose (Soto e Rinzai zen, tradizioni cattoliche e protestanti, islam); a “raccordare” i vari contributi Aldo Tollini.
Ci sarebbe molto da dire; sintetizzo il mio stato d’animo alla fine del convegno: mi sono vergognato come uomo e come Zen (anche se la nostra associazione “Un fiore si apre”, secondo l’insegnamento di E. Taino, non ha mai posto in essere alcuna disparità)!
Nessuna realtà è esente, a tutt’oggi, da pregiudizi e riserve nei confronti del femminile (p.e., in Giappone, meno del 3% dei templi Soto è guidato da una maestra; in passato nella scuola Rinzai si riteneva che le donne fossero escluse dall’esperienza del Risveglio).
Una teologa ha ricordato che l’unica persona che “replicò” a Gesù e che gli fece cambiare idea fu una donna siro-fenicia (che non faceva quindi nemmeno parte del popolo eletto da salvare, quello dei figli d’Israele); l’episodio è narrato nel Vangelo di Marco (7,24-30):
(Gesù) andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non potè restare nascosto. Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi. Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia. Ed egli le disse: «Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma essa replicò: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola va, il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Concludo con un invito al “nostro” mondo femminile: fate sentire di più la vostra voce, in qualsiasi forma; arricchisce la sensibilità di tutti e consente di cogliere aspetti e punti di vista che al maschile sicuramente sfuggono.